mercoledì 16 novembre 2011

Lo sguardo di domani

Tra i lettori del blog c'è chi osserva che sono le foto a far parlare l'esperienza ed altri mi invitano a scrivere per meglio condividere tutto ciò che vedo e vivo.
A volte mi trovo in difficoltà perché mancano le parole per descrivere ciò che accade perché tutto implode ed è nel divenire dell'esperienza che il discorso si compie.
Il mio sangue scorre e lo sento agitarsi, ogni mese mi dona la gioia di sentirmi parte della terra.
I polmoni si espandono con l'ossigeno che "mangio".
La mia pelle si colora come l'ambra, con il sole d'estate ed arrossisce con il freddo dell'inverno che entra prepotentemente nel corpo che a sua volta si irrigidisce e si chiude per trattenere il calore che produce.
Il mio passo è sempre più veloce, cammino partendo dal perimentro al centro, cerco lo sguardo degli altri per ricevere il saluto di luoghi ancora a me estranei.
C'è ancora gente che ricambia, soprattutto le persone anziane.
Ma ieri, ho negato ascolto ad una donna che chiedeva aiuto per i suoi figli, le ho detto...mi spiace e poi me ne sono andata sentendomi codarda.
Nulla consola il sentirsi estranei ad un'altro, forse non erano solo soldi quelli che chiedeva ma lo stesso sguardo di reciprocità che io cerco.
Recupero l'esperienza fatta alla Comunità dell'Arca di Belpasso quando la sera, intorno al fuoco, ci si racconta quale sia stata l'esperienza positiva, quella negativa e cosa si è imparato di nuovo nella giornata.
Io ho condiviso con voi questa che risponde a tutte e tre.
Se, come dice Alessandro Bergonzoni Noi è l'Io alla n, virtualmente mi riavvicino a quella donna per condividere lo sguardo di domani


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